Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/173

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TERZO - ALCIONE

dei fiumi, l’ombre dei voli su le sabbie saline
vedea, le sabbie rigarsi come i palati cavi,
al vento e all’onda farsi dolci come l’inguine e il pube
amorosamente,
25imitar l’opre dell’api,
disporsi a mo' dei favi
in alveoli senza miele,
e l’osso della seppia tra le brune carrube
biancheggiar sul lido, tra le meduse morte
30brillar la lisca nitida, la valva
tra il sughero ed il vimine variar la sua iri,
pallida di desiri la nube
languir di rupe in rupe
lungh’essi gli aspri capi
35qual molle donna che si giaccia co' suoi schiavi,
scorrere la gòmena nella rossa
cùbia, sorgere la negossa
viva di palpitanti pinne, curvarsi al peso vivo
la pertica, la possa
40dei muscoli gonfiarsi nelle braccia vellute,
una man rude
tendere la scotta,
al garrir della vela forte
piegarsi il bordo come la gota del nuotatore,
45la scìa mutar colore,


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