Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/246

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DELLE LAUDI - LIBRO



LITOREA DEA.


E
STATE, bella quando primamente

nella tua bocca il mite oro portavi
come l’Arno i silenzii soavi
4porta seco alla foce sua silente!

Ma più bella oggi mentre sei morente
e abbandonata ne’ tuoi cieli blavi,
che col cùbito languido t’aggravi
8su la nuvola incesa all’occidente.

T’arda Ermione sul tuo letto roggio
gli àcini d’ambra dove si sublima
11il pianto delle tue pinete australi.

Io della tua bellezza ultima foggio
una divinità che su la cima
14del cuore mi danza: Undulna dai piè d’ali.


UNDULNA.


A
I piedi ho quattro ali d’alcèdine,

ne ho due per mallèolo, azzurre
e verdi, che per la salsèdine
4curvi sanno errori dedurre.


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