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148 la morte di sancio panza.

pianamente, arrestandosi di tratto in tratto, mettendo via via un soffio sulla parte rasa. Una specie di cherica irregolare si veniva allargando nella grassezza della collottola; e il tonsurato assumeva così un nuovo aspetto miserevolmente buffonesco. Le tende del balcone, investite dalla brezza, s’inarcavano come due vele. I clamori della strada salivano in confuso, vivi e giulivi; una prospettiva di case plebee s’intravedeva al fondo in una doratura pallida di tramonto; e un merlo fischiava.


Allora discese dalle camere superiori Natalia, la bella nuora di Donna Letizia, con un bimbo sulle braccia; ed entrò nella stanza. Ella aveva la faccia ovale, la pelle fine e rosea, solcata di vene, li occhi chiarissimi, le narici diafane, tutta in somma la dolcezza di sangue d’una donna bionda, tra una nera ribellione di capelli; e aveva nella persona, nelle vesti, nell’incedere, quella negligenza semplice, quella felice placidità quasi direi bovina, quella specie di freschezza lattea delle giovani madri che nutriscono con la propria mammella il figliuolo.

A pena ella vide il cane tonsurato, un impeto così spontaneo d’ilarità la invase, che non potè ritenere le risa entro la chiostra dei denti: