Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/154

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

Ma oggi la voce dell’uomo
è d’una dolcezza infinita
in questo silenzio: ogni suono
ha una risonanza infinita
3493quasi che non tanto nell’aere
vibri ma e nelle glebe
e in tutte le specie dei corpi.
Odo talor stridore
come di lima sottile
che ferro morda. È colei
dai piedi azzurrigni? colei
3500che su ciascuna sua tempia
ha un candido segno, una nera
zona a mezzo il petto pugnace?
la cingallegra selvaggia?
Nel cavo dell’arbore aduna
già le lanugini molli
ma par che in aerea fucina
3507l’amor suo duri aspro travaglio.

San Miniato, ora il Sole
si piega verso la tua faccia
graziosa e abbaglia il dolente
tuo dio che non l’ama. Si leva
dall’Arno un vapore di perla
e si diffonde pe’ campi
3514ove rilucono i fossi
colmi dell’acqua piovana;
ma il fumo dei tetti campestri
ceruleo par tuttavia.


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