Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/179

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

Ahi troppo vivesti tu meco
nel sogno coi truci tesori
de’ tuoi sepolcri e agitasti
le mie vigilie, quando
4207al fulvo usignuolo nomato
Cassandra io diedi una pura
sorella; che forse nomarsi
dovea col tenue nome
di Ebe giovinetta celeste! [Ebe alla Fonte Perseia]
Spoglia tu sei del metallo
fùnebre, ma io ti profusi
4214la sua grande chioma tutt’oro.
Ella ne ammanta e irraggia
la Fonte Perseia ove bevve
la morte: vi tremola e piange
la polla per entro in eterno.
Così la vede il mio sogno.
Giova, o Atride, che ne sien certe
4221queste mie pupille mortali?

Tu sei netta e cruda nell’aere
arido, ma io ti ricopro
d’un velo. A Mègara bianca,
a Mègara vestita
di lino, che sferza i cavalli
su l’aia abbagliante di spiche,
4228a Mègara voglio tornare
con una sete più forte
e bevere all’orcio di Egina,
all’orcio di terra eginèta


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