Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/194

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

“Sotto l’urania rugiada
quivi continuo fiorisce
di bei corimbi il narcisso,
delle Magne Dee molto antica
ghirlanda, e il croco aureo splendente:
4634né mai languono le insonni
fonti del Cefìso errabonde,
ma continue rigano l’acque
limpide fecondatrici
la terra dal sen spazioso;
né mai si dipartono i cori
delle Muse, e non Afrodite
4641che tratta le redini d’oro.„

Nell’inviolabile selva
sacra alle Eumènidi entrammo,
come supplici. “Arbore è quivi
cui non pose man d’uomo, germe
da sé medesimo nato,
che grandemente fiorisce,
4648di glauca fronda l’Olivo...„
Anima mia, non tremare.
La nostra gioia più fiera
la nostra conquista più grande
noi non le canteremo.
Quel che ci disse colei
che coronata è di viole
4655non ridiremo ai vénti.
Serberemo il miel dell’Imetto
e il vin del Parnete, odorato


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