Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/199

Da Wikisource.

lo strale, la povertá è la brutta bestia che vi minacciava, e la provvidenza di Dio è la luce che venne al soccorso vostro. — Perché non vi son molti di tali amici nel mondo!

Non avendo a fare alcuna cosa in Olanda, due o tre giorni dopo l’arrivo di quella lettera partii per Londra. Non mancai appena giunto, di fare una visita all’impresario; ma, dall’accoglienza che fecemi, m’accorsi ch’ei non aveva grande amistá per le muse. Stava egli scrivendo ad un tavolino, quando il suo amico Federici in’introdusse nella sua camera. Aveva la schiena vòlta alla porta e la faccia alia finestra. — Ecco il signor Da Ponte — disse Federici. Il signor impresario seguitò a scrivere senza muoversi. — Signor Taylor, ecco il poeta — replicò allora in un semituono piú forte. Il signor impresario si volse, chinò un pocolino la testa e tornò a scrivere. Rimasi nella camera cinque minuti, e il signor Federici, passando il dito su dal mento al naso, mi fece, in atto di rispettoso silenzio, cenno di andarmene. Questo non era, a dir vero, un cominciamento di buon augurio, per uno che stato era dieci anni poeta di Giuseppe secondo, d’un principe ch’era il vero modello della affabilitá, della bontá, della cortesia. Mi ritenni nulladimeno dal formare alcun giudizio, avanti di fargli una seconda visita; il che giudicai che dovesse nascere ben presto. Per piú di tre mesi però né io vidi lui, né egli me. Fu alla rappresentazione del Don Giovanni di Gazzaniga, opera proposta dal Federici e data al pubblico per suo consiglio, a preferenza bestiale del Don Giovanni del Mozzart, portata a Londra e proposta da me, che Taylor, il quale si vide in rischio di vedere smantellato il suo teatro e sé rovinato per sempre:

fu allora solo che si compiacque di farmi chiamare, di chiedermi opinione su vari punti concernenti il teatro e di darmi ordine assoluto di chiamar a Londra il Martini, ch’impegnato era allora al teatro di Pietroburgo. Mancò poco però che la venuta di quel bravo compositore non mi costasse la perdita di quell’impiego. Era di giá passata la metá della teatrale stagione, quando capitaron a Londra due famose rivali, la Banti,