Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/250

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mi rimaneva per vivere? Vero è che mi era riuscito di salvare la stamperia, di cui, essendo ipotecata pel medesimo Taylor, i suoi creditori non avevan potuto impadronirsene; ma le chiavi della camera ove piaceva erano nelle mani di quello ch’aveva avanzato il danaro, e non fu che piú mesi dopo, e pagando una ghinea per settimana, che ho potuto servirmene. Tutte le mie speranze, dunque, si restringevano nel salario di poeta e nella vendita de’ libri d’opera composti da me. Ma questo stesso salario dato era in ipoteca ad un mercadante, ch’aveva avanzato il danaro a Taylor; e al teatro non si rappresentavan ch’opere vecchie, perché tutto il profitto fosse di Federici, che continuava nella carica ili primo ministro di teatro e di ciamberlano secreto della Messalina filarmornica.

Fu questa l’epoca, se pur non isbaglio. che tanto Federici che Gallerini furon messi in prigione per gli indossamenti da loro posti alle cambiali dell’impresario ; e furon tutti tre abbastanza vili da implorare l’assistenza mia per essere liberati! Ma quanto essi furono vili, altrettanto fui io condannabile e stolto d’adoperarmi per due infami malvagi, ché tale in veritá era anche Gallerini, come vedremo tra poco. Caddi dunque nella mia massima favorita, sebben per me sempre fatale, di far del bene a’ nemici per la speranza di cangiarli. Ma conosco finalmente che i benefici, che si fanno agli iniqui, altro non sono che nuovi stimoli all’impunita iniquitá e nuovi incoraggiamenti all’ofTese; e che sarebbe assai piú facile smorzar un incendio coH’olio o collo spirito di vino che corregger la malizia d’uno scellerato colle beneficenze. In men di due mesi, per opera mia solamente, costoro usciron dalle carceri. E qual fu la mia ricompensa? Federici, che, al momento in cui fu libero, mi giurò eterna gratitudine ed obbligazione, corse lo stesso giorno dall’impresario e chiese ed ottenne, oltre un nuovo contratto, la solita vendita de’ libretti, in compenso de’ danni sofferti! E Gallerini, dopo avermi rubati e venduti diversi libri a un libraio, che nel rivendermeli palesato m’ha il ladro, si gittò a’miei piedi. implorò ed ottenne pietá e vita, e, pochi mesi dopo, divenne falso testimonio a favore d’un assassino, che mi scroccò mille