Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/253

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scelleraggine non mi sorprese. Seppi nulladimeno che Taylor respinse per lungo tempo tutti i raggiri della piú infame cabala, prima di condiscendere al passo indegno, che gli costò poscia tanto rimorso e finalmente la sua distruzione. L’Allegranti i_ Damiani avevano fatte le loro comparse in teatro, e, a forza d’intrighi, non avevano piaciuto, o voluto non avevasi che piacessero. Allor lo scaltro Federici cominciò a rinforzar le sue trame. Fece creder a Taylor che, sapendo io bene il poco merito di que’ due cantanti, m’era lasciato sedurre da un regalo di Cento ghinee, che entrambi dato m’avevano (l’infame era solito ad accettar tali doni!), e che quindi contra la mia propria coscienza gli avea impegnati pel suo teatro. La Banti, a cui Taylor ripeteva talvolta le perdite da me fatte per lui, assicurollo ch’io era ricchissimo e lo stimolò a venir da me per convincersi. In fatti ci venne, e domandò di veder la camera della mia stamperia Accorgendomi delle sue intenzioni, gli dissi che la chiave di quella era nelle mani di William Fox, che m’aveva avanzato duecentoeinquanta lire sterline alcun tempo prima, con cui pagai una delle solite cambiali, non pagata da lui. E, perché dubitar non potesse del vero, gli feci veder la ricevuta del creditore e la sua cambiale pagata da me con quella ipoteca. Non servendo dunque nemmeno questo, gli cominciarono a dire che il mio salario come poeta era esorbitante. Lord Keinard, uno de’ commissari del teatro, favori quell’economia; il signor Serafino Bonaiuti fu proposto al signor Taylor; un salario di cento lire sterline, senza pretesa a’ libretti, fu proposto e accettato dal signor Serafino, e il signor Lorenzo Da Ponte fu congedalo!

Mi trovai dunque improvvisamente senza roba, senza impiego, senza credito e senza altri amici che il mio coraggio e la provvidenza. La mia sposa aveva bene qualche danaro, che avea risparmiato in certa intrapresa da me medesimo procurata per lei e per sua sorella; ma questo non era in sua mano, e la persona, che se n’era impadronita, lo tenea... Strappiamo qui un’altra pagina e non rinnoviamo * infandum dolorem», che non produrrebbe che nuove lagrime e nuove angosce senza alcun frutto, tanto al mio cuore che a quello...