Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/266

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di pietá e di benevolenza per me : — E che pensate di fare adesso, mio povero amico? — L’informai della mia risoluzione, ch’egli udir parve in atto di disapprovazione, e, dopo un breve silenzio, riprese in mano il Petrarca, diede un’occhiata al suo orologio e volle ch’io terminassi di leggere la canzone. Riguardò allora l’orologio e mi congedò con queste parole:

— Andate a casa e fermatevi una mezz’ora. — Feci cosi. Stuart non era ancor capitato, e. quando capitò, io non avea piú bisogno di lui. Il mio secondo angelo tutelare, prima che la mezz’ora fosse passata, mi mandò pel suo servo quanto occorrevano in quell’urgenza, con un biglietto del seguente tenore: Mio caro amico, eccovi l’occorrente per la cambiale di Taylor. Voglia Dio che sia l’ultimo danaro ch’avete a pagare per un tal uomo. Venite a vedermi domattina. Il vostro amico T. Mathias.

Tale generositá mi stordí; ma, come io sapeva troppo bene lo stato precario in cui allor mi trovava e gl’immensi imbarazzi in cui involto io m’era per Taylor, cosi, prevedendo la impossibilitá o almeno la difficoltá somma di fargliene la restituzione, rimasi qualche tempo irresoluto e sospeso, prima di accettar quel danaro. Una lieve speranza nulladimeno, che in me sorgeva in grazia delle belle parole che Taylor mi disse la sera della sua liberazione, sfortunatamente sedussemi e mi fece tisolvere d’accettarlo. Oh quante volte poscia n’ho maledetto e ne maledico il memento! Io ho ricevuto da te, gene rosissimo amico, uno di que’ benefici che un animo bennato sa di non poter mai ripagare: e a che servi? A impinguar la borsa di due assassini, a render l’ingratitudine di Taylor piú vergognosa e a trarre dalle tue nobili mani una somma considerabile, che avresti adoperata in un miglior uso e che ad altro non giovò che a ritardare per poro la mia ruina e a far che alfine divenisse piú lamentevole, anzi pure senza riparo. Passata quella burrasca, io seguitai ad attendere con maggior cura che mai all’incremento del mio negozio. La stamperia di Dulau e Nardini, che aveva per molti anni fiorito e dalla quale diverse nobili edizioni uscite erano, stava sul punto di chiudersi