Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/270

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difetti grandi e interessanti è impresa degna d’un autore probo e d’onore, e vi metta pure tutta la franchezza e il coraggio, che inspira la veritá e la difesa d’una buona causa; ma le personalitá sono indegne non solo d’un autore, ma d’un uomo onesto. Questi sono i miei indelebili sentimenti.

Che se in altri tempi ho mai fatta, sempre per altro con precauzione, qualcuna di tali allusioni, non è stato mai per produrla in pubblico, ma per tenerla occulta e leggerla al piú in privato crocchio a qualche amico. Cosa anche questa per altro pericolosissima, perché la mala fede e l’imprudenza degli amici stessi può far si. come pur troppo accade, che senza intesa dell’autore tali cose sien pubblicate da stampatori, che hanno piú a cuore qualunque vile benché minimo guadagno che qualsisia doveroso riguardo. Io ho voluto darvi questa lunga seccatura, perché non solamente non ho la minima diffidenza in voi, ma tutta la fiducia che per la veritá vogliate essere all’occasione il mio avvocato; e perciò vi ho accennate alcune ragioni, come armi di cui possiate voi stesso servirvi contro i miei calunniatori, per togliere a me la disgustosa briga di purgarmi da tali imposture, nel caso si pubblicassero, non solo con pubblici manifesti, ma anche con impiegare tutti i mezzi possibili e piú efficaci, e per le vie offlziali e ministeriali presso i respettivi governi, tanto da per me stesso che coll’appoggio di potenti amici. Lo che quanto disgustosa e increscevol cosa sarebbe per me alla mia etá, lo lascio considerare a voi, che conoscete il mio carattere, che non ama di far torto e pregiudizio a veruno, anche mio calunniatore, come non mancherebbe di farlo un mio si giusto reclamo; poiché voi sapete meglio di me che in Inghilterra esiste senza dubbio constituzionalmente la libertá, ma non autorizza la calunnia e la menzogna, né permette a chichesia d’attribuire agli autori criminose e infamanti intenzioni, che non hanno mai avuto, ecc.

Ecco la risposta cli’a questa lettera diedi: Riveritissimo signor abate, la lunga ed aspra guerra da me sofferta in Vienna l’ho quasi affatto dimenticata, ora che sono a Londra, siccome un uomo, che, ricuperata la salute, dimentica le pene d’una malattia giá curata; ma delle grazie, eh’Ella m’ha fatte, non solamente non me ne sono dimenticato, ma me ne ricordo, coni’è dovere, e le ne sono gratissimo. Fu solo per questo