Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/54

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giovine, che sulle prime piaceva al Memtno. Ei disegnava giá farlo suo marito. Per qualche ragione, ch’uopo non è menzionare, gli dispiacque in breve a tal segno costui, che scacciollo non solo di casa, ma comandò alla ragazza di non praticarlo.

Ella l’amava perdutamente e soffriva di mal animo questo divieto. Dopo aver tentate tutte le strade e tutti i soliti artifizi per distornare il Memmo dalla sua risoluzione, indusse me, a forza di lagrime, ad adoperarmi per lei.

I miei tentativi non furon vani. Il medesimo giorno ritornò in casa l’amante, ricondottovi dal Memmo stesso e da me. Si stabili, con intero giubilo della famiglia, un matrimonio e se ne fissarono le condizioni ed il tempo. Dopo la cena, che fu oltremodo lieta, andai al solito nelle stanze del Memmo. che erano nel secondo piano di quella casa e a cui la mia camera era contigua. Passammo alcune ore in riflessi piacevoli e filosofici. Arrivata l’ora d’andare a letto, il Memmo mi strinse al seno e mi disse, congedandomi, queste parole: — Andate a dormire allegro. Oggi avete fatta felice la mia Teresa. — Tale era il nome di quella femina vile.

Era la porta della mia camera alla scala vicina; accostandomivisi pianamente, per non disturbar chi dormiva, udii un bisbiglio, un mormorio di parole basse al fondo di quella.

Fermatomivi per ascoltar chi parlava, riconobbi la voce de’ due amanti. Il perfetto silenzio, che dominava allor nella casa, mi permise di udire ogni detto distintamente. — Il Da Ponte

— diceva colui — ha troppo potere sull’animo del padrone. Egli è un uomo pericoloso per noi in questa casa. Vedi come l’ha cangiato in un punto, quando si tu che tua madre e tutti gli amici lo ritrovarono inflessibile. — Se tu credi questo — soggiunse la donna perfida — sará mia cura il far si che parta in pochi giorni di questa casa. — Non è necessario dire qual io rimanessi a queste parole. Lo stordimento mi tolse per alcun tempo la voce ed il moto. Entrai alfine nella camera trasognato e fuor di me stesso. Non sapeva che cosa risolvere. Passai il rimanente della notte in mille diversi pensieri. Entrai il mattino nell’appartamento del Memmo, e presi il partito di dirgli