Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/113

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Udite ora, signori miei, come si traducono in italiano dal Caro questi magnifici versi : Primieramente il ciel, la terra, e ’l mare, l’aer, la luna, il sol, quanto è nascosto, quanto appare e quant’è, muove, nudrisce e regge un, che v’è dentro, o spirto o mente o anima che sia de l’universo; che, sparsa per lo tutto e per le parti di si gran mole, di sé l’empie, e seco si volge, si rimescola e s’unisce. Quinci l’uman legnaggio, i bruti, i pesci, e ciò che vola, e ciò che serpe, han vita, e dal foco e dal ciel vigore e seme traggon, se non se quanto il pondo e ’l gelo de’ gravi corpi e le caduche membra le fan terrene e tarde.

Ho scelto questo breve passaggio tra mille e mille che potrei scegliere, perché la maggior parte di questo nobile consesso, che si conosce perfettamente della lingua del Lazio ed ammira le maravigliose bellezze della poesia virgiliana, intenderá altresi agevolmente quelle del traduttore italiano; e ciò basterá a fargli gustar la dolcezza e intender l’utilitá, che deve procedere dal confronto di quella lingua con la sua amabile primogenita:. Proteo, quasi direi, ma Proteo di vezzi e di grazie, imitatore felice di tutte le culte favelle del mondo. A coloro però che di poco pregio credessero le traduzioni dell’opere altrui 0), e nessuna gloria quindi accordassero alle nostre lettere per le loro ammirabili traduzioni, domanderei, (1) Quelli che, non conoscendo né le bellezze degli originali né quelle de’ differenti idiomi, riguardano i traduttori come letterali di secondo ordine, non hanno, per cangiar opinione, se non a leggere il Magalotti ( Lettere familiari), il Bkttinklli (Opere, vili, 2ii), il conte Carli (Opere, xvi, p. 9) e Rémond dm SaintMard (Le/tres philosophigues , ili, p. 55). Io credo con essi che un ottimo traduttore non vaglia meno che un ottimo scrittore originale. Non sono però d’accordo co! signor di Vatry, il quale pretende che una perfetta traduzione non sia mai da sperarsi (vedi Atti dell’accademia di Berlino, tomo xxxi) e mi basta l’Ossian del Cesarotti per confutarlo.