Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/124

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Applaudirono tutti alle cose che dissi, ma terminò in belle parole il trionfo mio ( 0 . Che rimanevami allora da fare? La casa mia era tutta piena di libri, ma la borsa cominciava a sentire gli spazi vacui. Viveva allora, per mia fortuna, con me il signor Giuliano Verplanck, personaggio coltissimo, protettor delle lettere e di molto credito nel Congresso, di cui era membro egli stesso. Gli diedi un giorno il catalogo de’ miei libri, e lo pregai di presentarlo a’ direttori della biblioteca del governo, ed ottenermi l’onore, s’era possibile, di fornir di qualche opera italiana la lor cospicua collezione. Partito il signor Verplanck pochi giorni dopo per Washington, si ricordò, per mia buona sorte, assai efficacemente della mia preghiera, e, colla cooperazione d’un de’ piú illustri membri di quel nobilissimo corpo, il signor Everett, tanto far seppe, che ordine mi fu dato di mandar loro un considerabile numero di scelte e costose opere,

tra le quali una magnifica edizione della Divina commedia di Dante, d’Ariosto, d’Alfieri, Scriptorcs rerum Italicarum di Muratori, che per la prima volta veduto aveano le rive dell’Hudson, e l’opere di Tiraboschi e di Visconti. Questo pecuniario rinforzo, che oltrepassò quattrocento piastre, mi venne come una manna dal cielo, in un momento nel quale io sapea di dover ricevere una grossa partita di libri scientifici e matematici, e tra questi l’opere del Manfredi, de’ Riccati, del Cagnoli, del Brunacci, del Cardinali, del Guglielmini, del Vallisnieri, del Lami, del Gori, del Morelli, del Lanzi, del Venturoli, del Micali; autori tratti da me dall’Italia, per convincere un certo, per altro dottissimo, amico mio, con altri pochi del suo parere, che ostinansi a sostenere che nelle scienze gravi e severe non sia paragonabile alla Germania l’Italia, e che si sono o fingono di essersi dimenticati che «c’est de /’ Italie que nous tenone les Sciences», come un ingenuo scrittore francese confessa nella prefazione all’ Enciclopedia. Di fatti quasi tutte quest’opere pochi giorni dopo mi capitarono; ma, contemporaneamente con quelle, me ne furon dell’altre spedite, che (i) Tutta questa lunga orazione non servi a darmi un sottoscrivente 1