Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/139

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quelli de’ primi mi sconfortarono e afflissero. Il mio prezioso protettore ed amico non sa però che tutto quello che ho fatto mi pare e mi parrá poco, se prima di tornar alla terra non lascio a questa illustre cittá tutto il tesoro delle lettere italiane. Per questo nobile desiderio, se mi vien fatto di riparare al torrente de’ mali, che da ingrate mani... mi cadde addosso inaspettatamente nella mia dolente decrepitezza, spero ancora di far vedere che piú d’ogni ricchezza e comoditá mi sta a cuore la gloria della mal conosciuta mia patria. Ho aperto perciò un magazzino di libri, dove m’assido al cantar del gallo, e non n’esco se non per pochi momenti, e vi rimango poi fin dopo molt’ore della notte. Son corsi giá cinque mesi dacché fo il mestier di libraio. Non ho molt’occasioni per veritá di sorger dalla mia sedia in un giorno; i compratori son pochi e rarissimi: ma io ho invece la gioia di veder a ogni istante venir alla porta mia cocchi e carrozze, e talvolta uscire da quelle le piú belle facce del mondo, prendendo per isbaglio la mia bottega di libri per la bottega alla mia contigua, ove si vendono zuccherini e crostate. Perché creda la gente che ho molt’avventori, penso di porre uno scritto alla finestra, che dica: «Qui si vendono zuccherini e crostate italiane»; e, se per questa burletta alcuno entrerá nel mio magazzino, gli farò vedere il Petrarca o qualch’altro de’ nostri poeti, e sosterrò che sono i nostri piú dolci zuccherini, per chi ha denti da masticarli. Il mese d’ottobre è vicino. Gli allievi e gli amici miei lasceranno tra poco i piaceri della campagna, richiamati dal freddo e da’ ghiacci agli affari e agli studi. Le mie classi spero che fioriranno, e, conosciuto il mio bel desiderio, cresceran gli avventori al negozio mio. Di tanto m’affida la conosciuta benevolenza e liberalitá degl’individui de’ quali parlo. Con questa dolce speranza finisco questo volume. Credeva veracemente che dovesse esser l’ultimo. Imperiose circostanze e fatti d’alta importanza, ma non ancora abbastanza sviluppati, m’obbligano a trasportarne il racconto ad un altro tempo. Farollo in un volumetto, che servirá d’appendice a’ tre giá da me pubblicati. La storia di quello incomincierá dal decimoquarto giorno