Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/146

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Si può dar piú strana voglia? servo farsi a questo e a quel, e cangiar, quand’altri il voglia, veste, stato e casa e ciel? Tal vorria da schioppo e spada star lontan tutti i suoi di ; ma convien che a guerra vada, ché la legge vuol cosí. A te piace una fanciulla bella, amabile, gentil; ma le nozze il padre annulla col poter del ius civil. Io vivrei tra il riso e il canto senza invidia ad un sovran, ma la legge grida intanto: «Al lavor chi vuol del pan». La natura, che m’ha fatto, una legge sol mi die’ : di non far in detto o in fatto quel che poi non piace a me. Dunque ognor in questo seno questa legge a me vivrá, e chi vuol, da un duro freno cerchi pur felicitá.

Pag. 51, riga 29: È aggiunto questo lungo racconto, omesso conifile tornente nella seconda edizione, ma ricordato a fi. 57 del voi. II. Ma io non ho mai conosciuto il piacere della vendetta, o quella sola vendetta mi parve degna d’un uomo, che può destar in chi offende il pentimento e il rossore, senza accrescere l’odio e il rancore contra l’offeso. Allorché un nemico non è nemmen di tanto capace, la migliore di tutte le vendette è il disprezzo. Questo principio, che costantemente