Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/149

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l’anno, vita durante. Ridi ! Io non gli parlai di me, perché appena mi diede il tempo di ringraziarlo della sua visita; ma, quando lasciò la mia camera, dissi a me stesso: — Costui fu frate! — Nulladimeno gli resi, pochi di dopo, la visita, ed egli m’accolse, se non con abbondanza di core, con abbondanza di parole. Mi parlò molto novellamente di sé, mi mostrò le croci, gli ordini e i diplomi, e, dopo una conversazione di due ore almeno, io ridissi a me stesso: — Costui fu frate! — Da quel giorno in poi la familiaritá del signor frate divenne quasi eccessiva. Passò in brev’ora dal.«lei» al «voi», e spessissimo mi fece l’onore del «tu». Mi fece diverse visite e si mostrò avidissimo delle mie. Mi fece supporre d’esser stato amico intimo di un mio fratello a Venezia, e, quando credette ch’io avessi di giá bevute tutte le belle cose ch’egli mi disse di sé, cominciò destramente a domandarmi de’ casi miei, parte de’ quali io gli narrai senza la menoma difficoltá, come cose ch’io aveva giá intenzione di pubblicare e delle quali non ebbi e non avrò mai ragione di vergognarmi. Gli narrai dunque, tra l’altre cose, come e perché, dopo essere stato tre anni professore di belle lettere a Concordia e due a Trevigi, fui obbligato di lasciar quegli impieghi ; come mi trattò la mia patria, per certi esercizi accademici da me pubblicati a Trevigi; come m’era collocato a Venezia con Pietro Zaguri e con Giorgio Pisani, due de’piú illustri personaggi di que’tempi; come nella caduta di quest’ultimo (la cui vita egli lesse da me) fui obbligato a lasciar la mia patria; come fui accolto in Gorizia, come a Vienna da Giuseppe secondo, da me servito dieci anni come poeta imperiale; ed alfine come, essendo in Olanda, fui chiamato dall’impresario del teatro dell’opera di Londra, in loco di certo Badini, da lui chiamato Baini, un uomo sullo stile del signor frate. Ebbi occasione di parlargli delle cose accadutemi coll’impresario del teatro di Londra, del danaro da me avanzatogli o trovato per lui, e d’una luttuosa circostanza, in cui mi trovai astretto a pagar una somma considerabilissima, per tre note ch’io aveva indossate per lui; somma con generositá incomparabile somministratami dal signor Tomaso Mathias, nome che