Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/174

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ben altri drammi che quelli del Da Ponte, il quale, diceva egli, in dieci anni e piú non aveva date al teatro che due o tre opere, e queste molto cattive. Gli domandai placidamente da chi avute aveva tali notizie: il buon regazzotto andò in collera. Dopo un corto silenzio: — Da chi, da chi? — replicò. — Da tutti! — Gli domandai se conosceva il Da Ponte ; mi disse che conoscevalo molto bene e che gli aveva parlato piú volte. Io sentiva che il fegato cominciava ad arder di sdegno; ma, facendo uno sforzo un poco difficile pel «genus irritabile vatum», mimisi a ridere tanto forte, che mi domandò bruscamente che cosa significava quel riso. Non ebbi tempo da rispondergli, perché l’amico, che m’aveva accompagnato a quella bottega, entrando in quel punto, gridò altamente: — Scusate, caro Da Ponte, se v’ho fatto aspettare un po’ troppo. — Come rimase, quando udí il nome mio, è cosa facile imaginarlo. Arrossi, impallidi, si levò in piedi, corse alla porta, tornò alla bottega, fece alfine degli atti e de’ movimenti si strani, che l’amico mio domandogli s’.era impazzito. Io, seguitando a ridere, gli narrai tutta la storiella, e questi, dopo un sorriso un po’ amaro, parlògli cosí: — Vous étes, vous avez été et vous serez toujours line pauvre bète! Mo?isieur Da Ponte, je vous prie de lui pardonner: le malheureux est mon cousin. — Seguitai a ridere, e la sua confusione mi diverti sommamente. Questo equivoco bizzarrissimo nacque a Gant, cittá non molto distante da Vienna: non è meraviglia che un altro di simil tempera ne sia, tanti anni dopo, seguito in America, tanto distante. Non son corsi che pochi giorni, da che un signore italiano mi scrisse da Filadelfia una lettera, nella quale si legge il seguente paragrafo: «Giacché Ella ama la veritá, permetta che l’ami anch’io e che le domandi onde viene che tutti gli autori, tanto francesi che italiani, ch’io conosco, dicono che Casti fu il poeta cesareo di Giuseppe secondo». Pensando che sarebbe possibile eh’altre persone cadute fossero in tal errore, ho creduto che mi convenisse pubblicar il dubbio di questo’ signore e la lettera ch’io gli scrissi in risposta, che, come bastò, per quanto poscia mi scrisse, a convincer lui del contrario, cosí bastar dovrebbe a convincere quelli che caduti fossero nel medesimo inganno.