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III CARTEGGIO COL MATHIAS i LETTERA DEL SIGNOR TOMASO MATHIAS A LORENZO DA PONTE • Napoli, ir agosto 1827.

Soavissimo amico, oh! con quanto vero piacere ho ricevuto i vostri interessantissimi fogli di Nova Iorca, della data 24 aprile 1827, e tutte le cose contenute, e spezialmente il prezioso ritratto, che conserverò come immagine d’un amico molto da me pregiato, ma col desiderio, non potendo muovere le ali per passare tante acque e tanti mari per vedervi. Vi veggio nulladimeno di nuovo pel mezzo del pennello, perché vi somiglia molto. Quanto ammiro la vostra applicazione, industria, abilitá nel piantare e fare crescere 1* idioma sonante e puro ne’ luoghi sconosciuti e strani al Tevere, Arno e Sebeto; ed è piu glorioso di stendere un tale imperio pacifico sotto i monarchi Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso e tutta quella schiera, anzi dinastia immortale. Ah! che non si fa col buon volere e colla industria! «Pater ipse colendi haud facilem esse viam voluit» ; ma disse : — «Labor omnia vincit improbus». — Ho letto e riletto tutta la vostra istoria memoranda e vicendevole, ora lieta ora triste, e forse ne riceverò i volumi, che mi avete inviato, ma che non sono tuttavia arrivati. Quando sará possibile, vi invierò tutte le mie cosette poetiche, delle quali sono giá usciti alcuni volumi, in segno di vero affetto, Stima ed ammirazione de’vostri si rari e coltivati talenti; ma è difficile, anzi impossibile, dire quando li riceverete, tanti e tanti sono gli ostacoli: ma desidero moltissimo mandarli. Non siete adatto alle mercanzie né al commercio se non delle lettere e delle muse; ma vi siete sempre imbrogliato nelle speculazioni e affari mercantili, con vostro grande incomodo e, come credo, avete trovato che «vir bonus est semper tiro». Non è vero? Vegliate alle lettere solo, non si/cbunt musae. Mi maraviglio come sia stato possibile accumulare tanti preziosi volumi italiani per gli abitanti d’una cittá adesso vostra. Il vostro zelo e sapere si sono uniti