Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/184

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Come ha piaciuto a’ veri italiani e come so bene quanto care a voi sono anche le muse del Lazio antico, voglio anche presentarvi i versi latini, che ho premessi a una operetta mia, cioè al poema intitolato II castello dell’ozio , versione in ottava rima del celebre componimento di Iacopo Thomson, autore del poema delle Stagioni. Me forte Ausoniae traclus, AIpesque nivosas et tuga frondosi late patris A pennini emersimi, ad Thatnesis rípas meminisse iuvabít Pieriosque dies et amantes carmina sotnnos otia divitiis Arabutn potiora, verendi qua stai Sinceri, qua divini urna Maronis alma freqnens colilur, propriaque subhorrida Lauro qua laela ante omnes scmper miái grata reclusit lillora Parlhenopc, atque altos per saxa recessum Pausilipi colles mirlelaque conscia valum, dum Surrenlinae Torquati ad nomen amenae Respondent valles.

Mi scuserete; ma credo farvi una cosa piacevole, facendo menzione de’ vostri compatriotti, co’ quali sempre sarete in compagnia. Voi adesso scrivete con tanta spontaneitá nel vostro nuovo paese, e ne godo nel ricevere le poesie che s’odono sonare sulle rive dell’Hudson, di San Lorenzo, del Mississipi e tra gli acquosi precipizi di Niagara. Oh che bel deliro! Addio, amico carissimo : vivete per le muse, per la vostra famiglia, per gli interessi della vostra lingua e della bella letteratura. Avete sparsi i semi, vedete i fiori, e spero che coglierete i frutti. Quando parlate con voi stesso, non vi dimenticate mai del vostro amico Tomaso Mathias. il COMPENDIO D’UNA SECONDA LETTERA DEL MEDESIMO

Napoli, 27 agosto 1827.


Pregiatissimo amico, dopo avervi scritto la seconda lettera, con indicibil piacere m’è venuto alle mani il prezioso piego tanto aspettato, per mezzo, credo, del signor conte Lucchese, vostro amico, contenente le vostre Memorie colla giunta di alcune