Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/208

Da Wikisource.

Rousseau, Ginguené, Villemain in Francia; e Eustace, Roscoe e Mathias (che vai per mille) in Inghilterra?! 1 ). Se dunque si pochi son quelli che giunsero a tanta sublimitá di sapere, negli studi della nostra lingua, da poter servirsene «as a vehicle of their thoughts-successfully», se l’immensa diversitá delle opinioni è pruova evidente che i giudizi degli uomini son rari; quanto alla nostra letteratura, non dovremo per legittima conseguenza dedurre non solo lo scrivere, ma altresi il giudicar rettamente esser cosa difficilissima? Quod erat demonstrandum. Voglio però, a consolazione degli stranieri, portar piú oltre la cosa. Voglio osar d’asserire non esser nemmeno cosa da tutti gl’italiani, per dotti che sieno, l’entrar profondamente nello spirito de’ grandi autori della loro propria nazione, e distinguere le vere bellezze della nostra poesia. Veggasi come parla di Dante, il fanatico Bettinelli ; come Baretti nella sua Frusta letteraria d’un’infinitá di sommi scrittori; e veggasi finalmente quanto diversi sono i giudizi di Carmignani da quelli del bravo Marré sulle tragedie del nostro immortale Alfieri! Che bisogna far, dunque, o che si richiede in uno scrittore o in un critico per bene conoscersi in lingua italiana o per parlar giudiziosamente della sua alta poesia? Bisogna, prima, di tutto, aver ottenuto dalla natura una fibra elastica, uno spirito vivace, un penetrante intelletto; bisogna esser infatti (i) È difficile dire quanto bene abbiano fatto questi tre nobilissimi scrittori alle lettere italiane. Io seguo il loro esempio in America, per quanto le mie forze e le mie cognizioni si stendono. Piaccia al cielo che sia con buon effetto l’opera mia. Or due paroline al signor Roscoe. Io ebbi, signore riveritissimo, la bella sorte di somministrarvi una gran quantitá di libri italiani per le vostre belle opere. Tra questi il Valori, Vita di Lorenzo de’ Medici, gli Elogi degli uomini celebri del Fabroni, e i Rerum Italicarum scriptorés del Muratori. Fu il signor Riba che li comperò per voi al mio negozio di libri nell ’Haymarket. Perché non ebbi l’onore anch’io d’esser menzionato nel vostro bel volume, come lo furono gli altri librai di Londra? «Se la preghiera mia non è superba», vi piaccia, signore, lasciarmi questa gloriuccia nella prima opera che pubblicherá la vostra eruditissima penna • avrò cura perciò che questo volumetto vi sia presentato.