Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/217

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patria mia. E non vi offro solamente opere d’amena letteratura, come i poco informati vorrebbero farvi credere; ma troverete ne’ volumi, che vi presento, quanto puossi desiderare di piú grave, di piú instruttivo, di piú utile in fisica, in matematica, in idraulica, in politica, in antiquaria, in architettura militare e civile, in medicina, in chimica, in agricoltura, in tutte infine quelle scienze e quelle arti, che tanto or da voi si desidera di conoscere e dalle quali s’impara a piantar i gelsi, le viti, gli olivi, a educare i bigatti, a fare la seta, a manipolare, a conservare, a distinguere i vini; e quanto giova a instruire i mandriani, gli agricoltori, i mietitori, i seminatori del lino, della canapa, del cotone, gli educatori dell’api, gl’innestato» degli alberi, i coltivatori de’ fiori. La piccola somma di cinque piastre è tutto quello che vi domando e tutto quello che si richiede a inalzare un monumento perenne, glorioso per voi, decoroso alla vostra cittá, ed utile, quando che fia, de’ figli a’ figli e a chi verrá da loro.

Io ho giá trovato cinquanta allievi, che concorsero con gioia all’invito mio. Ma voi sapete le belle parole di quell’aria, che suona si dolce agli orecchi vostri: Una voce poco fa; ed io aggiungerò, in un senso diverso: Molte voci molto fanno, Datemi voi, o miei carissimi allievi, questa consolazione, in un momento in cui son tanto vicino al di dell’ultima partita. Io n’ebbi quasi seicento in questa a me tanto cara cittá. Poco piú d’una terza parte, che mi faccia udire quel dolce «si» che apprese a pronunziare da me, basta al compimento della nobile impresa. Mandatemi i nomi vostri con cinque piastre: mandatemeli, vi scongiuro, con sollecitudine e prima che giunga quel gran momento, che non può esser molto lontano, che mi separi da voi. Questo momento non mi sará grave, se potrò dire a me stesso : — Io lascio dopo di me chi deve