Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/220

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tutto ciò, parendomi di vedere che lo studio della lingua spagnuola raffreddasse, anzi estinguesse il fervore, che solo le cure e gli scritti miei avevano eccitato e procuravan, ma invano, di ravvivare, mi venne in testa il pensiero di trar dall’ Italia una buona compagnia di artisti teatrali, per la speranza di ridestare cogli allettamenti della musica l’amor della lingua d’Italia, che la brama delle ricchezze creato avevano per quella di Spagna. A tale oggetto scrissi piú lettere agli amici miei, e non fu se non dopo molt’anni che il signor Giacomo Montresor, udito avendo da uno di quelli il desiderio mio, mostrossi inclinato di secondarlo.

Mi scrisse, mi fece le sue proposizioni, che non mi parvero accettabili, ed io gli feci le mie. Ecco la lettera che egli mi scrisse, fin dal mese d’agosto 1830.

Bologna, 23 agosto 1830.

Stimatissimo signor Lorenzo Da Ponte, Dal comune amico e concittadino Alessandro Torri sono stato incaricato, come cosa di mia conoscenza, di dirigerle un prospetto d’una buona compagnia di canto per venire ad agire in codesto teatro. Lo stesso amico mi dice di scrivere a lei direttamente, facendole conoscere ch’io avrò la maniera di combinare un’eccellente compagnia di cantanti, tanto donne quanto uomini, acciò lei possa farla presente a questo impresario. Il prospetto della compagnia lo troverá qui appiedi descritto. Converrá però Ch’Ella intenda dall’impresario quali sarebbero le sue intenzioni, e mi dica prontamente quel piú della somma che sarebbe disposto a spendere per ogni anno, distribuibile prò grado alla compagnia; e, quando l’offerta sia ragionevole, la posso assicurare, come potrá essere informato dal suddetto amico Torri, che nessuno meglio di me le potrá procurare gli eccellenti soggetti, ed a quelle condizioni alle quali potrò io ottenerli a preferenza. Conviene che lei faccia parimenti conoscere a questo impresario le condizioni che si praticano alli cantanti, quando sortai.o dall’ Italia. Li viene pagato il viaggio, e li viene fatta una competente sovvenzione, ossia anticipazione di danaro; onde poter provvedere le loro famiglie