Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/231

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gli ottantatré anni mi pesin sul dosso, le muse ancor non mi negano le lor deliziose carezze.

Per la posta, che parte il venti di ottobre, dirovvi di piú. Preparatevi frattanto a partire, perché sarei molto lieto se poteste esser qui verso la fine d’aprile. Fate che alcun vi traduca il paragrafetto che acchiudo in questa lettera: è uno de’mille chesi pubblicarono da’ gazzettieri. Mi vi professo frattanto onorato e fedel amico Lorenzo Da Ponte.

New-York, 13 ottobre 1831.

Signor Giacomo stimatissimo, La carta di sottoscrizione, a cui questa fa capo, è lunga piú della lista di don Giovanni, ed è giá piena di nomi. Io potrò disporre all’arrivo vostro di duemilacinquecento zecchini, e forse di quattromila tra New-York e Filadelfia: questa somma servirá, come scrissi, per le spese del viaggio, per l’affitto del teatro e per un avanzo agli attori, secondo il contratto che avrete, al momento in cui capiteranno qui.

Ma ora m’adopero a un’altra cosa; ed è a far un’altra sottoscrizione, che debba servire come una specie di dono a uno o forse a due de’piú eminenti cantanti d’Italia. Se, per esempio, dopo aver una somma bastante per la vostra compagnia (intendo bastante agli oggetti sopraccennati), mi venisse fatto di ottenere da’ miei amici quattro o cinquemila piastre a parte, da dividersi tra una Pasta e un Donzelli, o da darsi interamente alla prima, oltre la paga che voi potreste accordarle (che, per quanto fosse generosa, non avreste certo a pentirvi), credete voi che sarebbe possibile indurla di venir in America? Io ho qualche ragione di credere che si. Fate eh’ io sappia tosto se la figlia del Mombelli, la Tosi o qualch’altra donna del primo ordine vorrebbe accettar un tal dono. Pel Donzelli, eh’è uso a viaggiare, credo la cosa possibilissima, e vi scongiuro d’adoperarvi. Finalmente i torbidi dell’ Europa e la pace, di cui si gode in America, potrebbe esser uno sprone fortissimo per venirci. Forse tra due mesi vi sará un vascello a Livorno d’un mio amico, e piú della buona musica. Volesse Dio che poteste esser pronti a partir per quello: sarebbe in febbraio, e allora potreste esser qui per aprile. Ma non finirò mai le mie lettere senza ridire: tutto ottimo o niente. Il vostro sincero amico Lorenzo Da Ponte.