Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/52

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mio bagaglio, il qual consisteva in pochi vestiti, cento e quaranta volumi de’ Classici e alcuni volumetti bodoniani; e, varcata quella riviera, ricalcai le pietre a me care di questa avventurata cittá. Le prime aure che vi spirai bastarono a esilararmi gli spiriti, richiamandovi mille rimembranze soavi e creandovi una consolatrice lusinga di miglior sorte. Promisi quindi al lettore amico una scena diversa da quella che gli presentai negli altri volumi di queste Memorie , e mi dorrá piú che a lui se, deluso in questa speranza, non m’è dato tenergli la mia parola. Vero è tuttavia che i beni goduti ed i mali da me sofferti, da che ho lasciata la Pensilvania, furono in tal guisa alternati, che non m’è facil decidere da qual parte’, gli uni cogli altri pesando, si vedrebbe cader la bilancia. Sia di ciò giudice il mio lettore; cui, se tanto darammi il cielo di vita, or tra rose e viole ed or tra spine ed ortiche, ricondurrò passo passo per tutti i sentieri da me trascorsi in questo variato decennio. Rallegriamci frattanto del suo fortunato cominciamento. Le ristrettezze de’ mezzi non aveanmi permesso di condurre con me la famiglia. Un solo de’ miei figliuoli era compagno mio, giovinetto di rari talenti, che promettea dalla piú tenera etá d’essere col tempo l’onore de’ suoi e la gloria e il sostegno de’ miei vecchi giorni. La brama d’allontanarlo da Filadelfia non fu l’ultimo stimolo per cui determinai di tornare a New-York. Era questo mio figlio fin d’allora molto avanzato nello studio delle lingue moderne, scriveva e parlava correttamente l’italiano e il francese, e nel suo nativo sermone avea pochi pari. Iniziato era altresi nella lingua greca e latina; ma, quando si diede alla legge, le abbandonò intieramente. Benché i progressi fatti da lui sotto quelPeminente avvocato fossero stati quasi incredibili, nulladimeno la dissipazione della gioventú di quella cittá m’atterri di tal modo, che credei di pericolo piú lungamente Iasciarvelo senza la paterna custodia. Arrivato dunque a New-York, andai sul fatto a un albergo, e mia prima cura fu di trovargli un abile institutore per le lingue antiche, che aveva trasandata e di cui era obbligato conoscersi per esser ammesso al collegio, gli studi del quale erano clausola necessaria alla pratica legale del