Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/59

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Ingersol. Non otterrei la laurea in New-York se non in due anni; un anno solo mi basterá in Filadelfia.

Il suono di questa parola mi fece tremare. Il mio Giuseppe (questo era il nome del figlio mio) mi lesse l’anima negli occhi e pregommi di terminar la lettura della sua lettera, che finiva cosí: Non m’ è ignota la causa per cui m’allontanaste da Filadelfia. Non temete però di niente, mio caro padre. So quel che devo a voi, alla famiglia mia, a me medesimo. Se bramo tornare a quella cittá, è per salvarvi e per darvi gioie, non per disperarvi ed alfine uccidervi.

Furono di tal potere queste parole per me, che non ebbi coraggio di negargli la grazia che mi chiedeva, e che costò poscia a me tante lagrime e tanti mali. — Se dunque — soggiunsi — è tale la vostra brama, e se il signor Ingersol consente di ripigliarvi tra’suoi allievi... — Non mi lasciò terminare; ma, presentandomi una lettera del signor Ingersol, al quale mio figlio aveva giá scritto, trovai che quell’eminenle avvocato era lietissimo di riaverlo come studente nel suo uffizio, e, in pruova del suo contentamento, la cura gli commetteva d’educare i suoi propri figli. Scoprimmi allora le vere cause di questa repentina risoluzione, che in un giovine tanto avido di gloria mi parvero assai naturali, ma che ora sarebbe vano ripetere. Verso la fine, dunque, di luglio egli è partito per Filadelfia, ed io andai a Staatsbourg, ove passai due mesi beati nelle case de’ signori Livingston, tra le muse, le Grazie e le dolcezze dell’ospitali lá e dell’amicizia.

Tornai a’ primi di settembre in New-York, e anche quel mese fu pieno di piaceri per me. Tra un numero eletto di nuovi scolari che domandarono a gara le mie lezioni, una damigella m’offerse la sorte, che fu ed è senza dubbio la piú lucida gemma della mia toscana corona, che cosí chiamo e chiamerò sempre gli allievi miei di New-York. Oltre il sommo diletto da me provato nell’instruirla per la soavitá della sua pronunzia, la rapiditá de’ suoi progressi e il suo ardentissimo amore pe’ nostri scrittori,