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dalla terra alla luna | 219 |
Ma, come vedesi, e malgrado tali straordinarie dimensioni, gl’ingrandimenti ottenuti non oltrepassavano le seimila volte in numero tondo; ora un ingrandimento di seimila volte non avvicina la Luna che a trentanove miglia (16 leghe), e lascia scorgere gli oggetti che hanno sessanta piedi di diametro, a meno che questi oggetti non siano allungatissimi.
Nel caso pratico, si trattava di un proiettile largo nove piedi e lungo quindici; bisognava dunque avvicinare la Luna a cinque miglia (2 leghe) almeno, e, per ciò, produrre ingrandimenti di quarantottomila volte.
Tal era il quesito presentato all’Osservatorio di Cambridge. E non doveva essere respinto dalle difficoltà pecuniarie; sole rimanevano le difficoltà materiali.
Innanzi tutto si dovette decidere fra i telescopî ed i cannocchiali. I cannocchiali presentano de’ vantaggi sopra i telescopî. A parità d’oggettivo, essi permettono di ottenere ingrandimenti più considerevoli, perchè i raggi luminosi che traversano le lenti perdono meno in causa dell’assorbimento che della riflessione sullo specchio metallico dei telescopî. Ma la grossezza che si può dare ad una lente è limitata, giacchè, troppo grossa, non lascia più passare i raggi luminosi. Inoltre la fabbricazione di queste vaste lenti è difficilissima e richiede un tempo considerevole, che si misura ad anni.
E però, sebbene le imagini fossero meglio rischiarate ne’ cannocchiali, vantaggio inapprezza-