Pagina:Dalle dita al calcolatore.djvu/21

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silvio ceccato XIX

piccolissimo, affinché non ci si possa spostare; la linea, sottile, affinché non si passi alla seconda dimensione; il triangolo,

e così via.

L’agevolazione venne perché si poté operare, anche a freddo!, sui segni, avvalendosi di questa associata parte fisica, univocamente legati alle operazioni della mente.

Alle mani si aggiunse l’abaco, il pallottoliere.


L’intenzionalità consapevole, n. 2

Certo, una consapevolezza a metà. Ma fortunata perché permise di effettuare i calcoli senza disturbare la mente e l’uso trascendente fattone in chiave e con finalità etiche. Bastava che l’unità fosse identificata con un organo bistabile conservandone i risultati ad ogni ripetizione: giro di ruota, ingranaggi o denti, circuiti aperti e chiusi.

Guai se Pascal, invece di effettuare questa identificazione, si fosse chiesto come l’uomo si era apprestato l’1; e già il singolare, e l’eguaglianza. Di sicuro il cardinal Richelieu avrebbe banditi lui e suo padre. Ancora oggi questa consapevolezza dà abbastanza fastidio perché si preferisca farne a meno.

Dal pallottoliere alla macchina, meccanica, elettrica, pneumatica, idraulica, elettronica, ecc., il passo non è difficile: 3 × 9 lo faccio io e dico 27, lo fa la macchina e presenta un cartellino, 27; ma come è più rapida, sicura, economica!

È intelligente? Mah. Se la nostra intelligenza è do-