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14 i. dal corpo al numero

I nostri antenati, anche quelli di intelligenza superiore alla media, non possiedono invece né le cifre, né le parole per designare i numeri, e nemmeno i numeri.

La percezione visiva consente all’uomo di riconoscere modeste quantità di oggetti senza contare. E accertato che possiamo individuare, con un colpo d’occhio, e senza contare, fino a tre oggetti, eccezionalmente 4; per quantità superiori dobbiamo ricorrere a piccoli artifici, per esempio raggruppare mentalmente gli oggetti che vediamo: 2 + 2, 3 + 2 oppure 3 + 3. Per quantità superiori si impone una qualche forma di conteggio. In altre situazioni, per esempio a un banchetto, possiamo stabilire se gli invitati sono di più o di meno del previsto con la semplice osservazione: basta guardare se mancano o avanzano piatti.

È semplice, anche per il primitivo che non sa contare, riferire ai compagni di avere avvistato uno, due, tre capi di selvaggina. Aiutandosi con i gesti, può ripetere il nome dell’animale tante volte quanto è necessario, oppure può esemplificare con i sassolini o con le dita delle mani.

Il primo passo verso la conquista del numero è il riconoscimento della corrispondenza biunivoca: un sassolino, una pecora; due sassolini, due pecore... Con i sassolini si può giungere a rappresentare quantità notevoli, a condizione di poter stabilire la corrispondenza biunivoca in modo sicuro e di non perdere poi i sassolini stessi.

Un passo importante per la costruzione mentale di un sistema numerico è la capacità di superare lo stadio “fisiologico” o “percettivo”, per arrivare a dominare una quantità maggiore (6, 7...). Le cinque dita di una mano sembrano fatte apposta per fornire all’occhio il punto d’appoggio per recepire e memorizzare qualcosa in più. La facilità di memorizzazione è legata alla struttura stessa del nostro modo di pensare; infatti, le “figure” formate da una mano con dita distese o piegate possono essere memorizzate come tali, anche