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224 il circolo filologico di torino.

negozianti e di studenti, vi furono 67 impiegati, 44 avvocati, 38 militari, 34 ingegneri, 18 procuratori, 15 medici, 2 ecclesiastici, ed altri molti di professioni diverse. L’età media degli iscritti è dai venti ai trent’anni. Pochissimi quelli che superano i quaranta.

E mi parve con questo di saperne abbastanza per scrivere una lettera intorno al Circolo, ed uscii. Ed uscendo ripetevo tra me quello che ho scritto di sopra: — Mi pare che in Firenze si dovrebbe istituire un Circolo filologico come quello di Torino.

Ci ripensai, e mi confermai nell’opinione che nessuna città meglio che Firenze potrebbe dar vita e incremento a un’istituzione di questa fatta; Firenze dove il grande concorso di stranieri d’ogni paese è stimolo, occasione e mezzo ad un tempo d’imparar lingue; Firenze che ha da essere di nuovo la città quieta e serena degli studi, e che agli studi appunto dovrà rivolgere una parte dell’attività nuova che la vita di città capitale le sviluppò nel seno; Firenze infine, — e questo ve lo dico nell’orecchio, — dove si può con minor rimorso che altrove consacrarsi allo studio d’una lingua qualunque che non sia l’italiana.

Se poi in un Circolo filologico di Firenze si instituisse l’insegnamento della lingua italiana, io credo che il concorso degli stranieri della classe artistica, industriale e operaia, sarebbe considerevole, (che tre lezioni d’italiano la settimana per cinque lire al mese farebbero comodo a tutti); e il concorso di questi stranieri riuscirebbe di grande agevolamento per gl’Italiani che studiassero le lingue loro. Questo agevolamento in Torino non c’è, o non può esserci che in misura assai scarsa; e se pure si ricava già tanto utile da questa istituzione, che non se ne potrebbe ricavare in Firenze?

Io conobbi costì uno studente del liceo, un giovanetto di diciassett’anni, pieno d’ingegno e d’energia, il quale, pure coltivando con grande zelo i suoi studi