Pagina:De Amicis - Ricordi del 1870-71.djvu/244

Da Wikisource.
230 le “immagini bianche.”

Io vi pongo innanzi queste due, e vi dico che vi fanno del bene.

Quando voi, che avete il bisogno e l’uso di scrivere, state nella vostra stanza, a tavolino, scrivendo; e tutto ad un tratto, per una cagione ignota, inesplicabile, ma non rara nelle anime giovanili, i libri, l’arte, l’avvenire, ogni cosa impallidisce e s’agghiaccia dinanzi a voi e dentro di voi; e una folla di gente che voi travedevate col desiderio muta ed ansiosa intorno al vostro tavolino, prorompe in una risata sonora; e le pareti della stanza pare che s’accostino e s’abbassino per soffocarvi, e la penna vi scivola di mano, e la testa vi cade sul petto; in quel momento in cui vi sembra di misurare per la prima volta, con un sentimento di mestizia infinita, lo spazio solitario ed oscuro che vi separa dal mondo degli svaghi, degli amori e delle ebbrezze, a cui avete dato un addio, stolti! per gli studi e la gloria; — in quel momento, forse, quelle due immagini bianche vi torneranno dinanzi, e vi domanderanno con un sorriso amorevole: — E noi? — Ah sì! — voi esclamerete allora, ripigliando la penna rasserenati e animosi: — non foss’altro che per voi, io lavoro!

E quando voi, mettendovi a scrivere colla impressione viva di letture, di persone o di spettacoli che abbiano risvegliata ad un tratto la parte meno degna dell’anima vostra, ripeterete a voi stessi quella frase d’uno scrittore che io conosco: — Non voglio imbrattar carta pei bambini o per le femminuccie; — e una folla fantastica di cortigiane, di giocatori, di libertini, di adultere vi verranno intorno coi volti accesi e convulsi, e vi diranno: — Scrivi per gli uomini; noi siamo la vita: ritrai; — e voi, forzando vigliaccamente la vostra natura per non parer semplici e sciocchi, comincierete a ritrarre; — allora vi ricompariranno dinanzi quelle due immagini bianche, e accennando la carta che avrete nascosta arrossendo, vi domanderanno con un viso turbato e severo: — Che scrivi? — Ah no! —