Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/175

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172 ricordi di parigi.


cercavo, e non mi pareva possibile. E avrei voluto, infatti, che non fosse possibile. Mi pareva d’aver commesso un atto insensato. — Ma cosa ho fatto! — mi dicevo. — Bisogna che mi abbia dato volta il cervello. E cosa seguirà adesso? — E pensando ch’era possibile ch’egli non mi volesse ricevere, mi sentivo salire delle ondate di sangue alla testa. Improvvisamente la governante ricomparve e disse gentilmente: — Il signor Vittor Hugo la riceverà con piacere questa sera alle nove e mezzo. — Ah, governante adorata! Bisogna ch’io risalga a vent’anni fa, quando dopo aver aspettato per tre ore, immobile davanti a una porta, una parola che doveva darmi tre mesi di libertà e di piaceri o tre mesi di schiavitù e di umiliazione, usciva finalmente il segretario della Commissione a dirmi solennemente: — Promosso! — ; bisogna ch’io risalga a uno di quei giorni, per poter dire d’aver sentito altre volte un allargamento di polmoni così delizioso, una soddisfazione così piena, una così matta voglia di scender le scale a cin-