Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/223

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220 ricordi di parigi.


qualunque natura esse siano, in modo che s’impara dai suoi romanzi, come da Guide pratiche d’arti e mestieri, a fare i biroldi, a lavorar da ferraio, a stirar le camicie, a trinciare i polli, a saldar le grondaie, a servire la messa, a dirigere una contraddanza. Fra tutte queste cose, in tutti questi luoghi, di cui si respira l’aria, e in cui si vede e si tocca tutto, si muove una folla svariatissima, di signore corrotte fino alla midolla, d’operai incarogniti, di bottegaie sboccate, di banchieri bindoli, di preti bricconi, di sgualdrinelle, di bellimbusti, di mascalzoni e di sudicioni d’ogni tinta e d’ogni pelo, — fra i quali apparisce qua e là, rara avis, qualche faccia di galantuomo, — e lì fanno fra tutti un po’ di tutto, dal furto all’incesto, girando fra il codice penale e l’ospedale e il monte di pietà e la taverna, a traverso a tutte le passioni e a tutti gli abbrutimenti, fitti nel fango fino al mento, in un’aria densa e grave, ravvivata appena di tempo in tempo dal soffio d’un affetto gentile, e agitata alternatamente