Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/245

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242 ricordi di parigi.


salde, di quelle che si stringono e si ritengono strette con piacere. Mi rammentò a primo aspetto il suo Gueule-d’or, e mi parve che sarebbe stato in grado di fare le stesse prodezze sopra l’incudine. La sua corporatura gagliarda era messa meglio in evidenza dal suo vestimento. Era in babbuccie, senza colletto e senza cravatta, con una giacchetta ampia e sbottonata, che lasciava vedere un largo torace sporgente, atto a rompere l’onda degli odii e delle ire letterarie. In tutto il tempo che rimasi con lui non lo vidi mai ridere.

Mi ricevette cortesemente, con una certa franchezza soldatesca, senza le solite formule di complimento. Appena fummo seduti, prese in mano un tagliacarte fatto a pugnale, colla guaina, e lo ritenne finché durò la conversazione, sguainandolo e ringuainandolo continuamente con un gesto vivace.

Eravamo nel suo studio: una bella sala piena di luce, decorata di molti quadri a olio; da cui s’indovinava l’uomo che ama molto la casa e che