Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/283

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280 ricordi di parigi.


potevano neppur sentire il nome dei personaggi; alcune innocentissime parole di argot scoppiarono nel teatro come bombe; i muri minacciavano di crollare; non si capiva più nulla. E così sono stato ammazzato. Ora non ho più rancore tristezza. Ma il giorno dopo non riuscii a soffocare un sentimento di giusta indignazione. Credevo che la seconda sera la commedia non sarebbe arrivata di là dal secondo atto. Mi pareva che il pubblico pagante dovesse completare il disastro. Andai al teatro, a ora tarda, e salendo le scale, interrogai un artista: — Ebbene, vanno in collera, di sopra? — L’artista mi rispose sorridendo: — Ma no, signore! Tutti i frizzi sono gustati. La salle est superbe, e si smascella dalle risa. — Ed era vero; non si sentiva una disapprovazione; il successo era enorme. Io rimasi là per tutto un atto, ad ascoltare quelle risa, e soffocavo, mi sentivo venir le lagrime agli occhi. Pensavo al teatro della sera prima, e mi domandavo il perchè di quella inesplicabile brutalità,