Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/392

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XI.


Il giorno dopo, al declinare del sole, il bastimento attraversava lo stretto di Gibilterra.

Ora, guardando quel punto sul mappamondo, mi par tanto vicino a casa mia, da non dover esitare un momento, quando me ne saltasse il ghiribizzo e non vi si opponesse il mio bilancio domestico, a far la valigia e a correre a Genova per andar a godere un'altra volta il bellissimo colpo d'occhio dei due continenti. Ma allora mi parve di essere tanto lontano, che avendo scritto una lettera a mia madre, sul parapetto del bastimento, coll'intenzione di darla ad impostare a uno dei passeggieri che scendevano a Gibilterra, nell'atto che scrivevo l'indirizzo, risi della mia buona fede, come se fosse quasi impossibile che la lettera arrivasse a Torino. Di qui! — pensai; — dalle colonne d'Ercole! — e dicevo colonne d'Ercole come avrei detto Capo di Buona Speranza o Giappone.