Pagina:De Blasis - Leonardo da Vinci, 1872.djvu/62

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magia della pittura i prestigi dell’ottica accoppiando, a produr veniva nuovi ed inauditi spettacoli. L’anonimo scrittore della sua vita, così ci descrive tali maraviglie1: «Ei le aveva racchiuse in una piccola cassa, e le mostrava per mezzo di un piccolo foro. Tu avresti ivi veduti altissimi monti e vaste provincie intorno al mare e più da lungi paesi così lontani, che l’occhio non ben giungeva a vederli... Due sorta ne avea, altre diurne, altre notturne. Nelle notturne vedevasi Arturo le Plejadi, Orione, ed altre stelle splendenti; rimiravasi sorger la luna dietro alle cime de’ monti, e distinguevansi le stelle che precedevan l’aurora. Nelle diurne, vedevasi il Sole che per ogni parte spargeva i suoi raggi, ecc. E che l’Alberti dimostrasse nell’ottica un acume superiore del suo secolo, ne lo provano alcune idee newtoniane che riscontransi nel suo Trattato della Pittura; e che quindi sarebbono sorte in Italia due secoli prima che in Inghilterra. Conobbe egli infatti, che grandissima affinità vi avea tra i colori ed i raggi della luce: che il bianco ed il nero non erano colori, ma piuttosto alteratori di colori2. «Maxima (sono sue parole De Pictura, lib. I.) idcirco inter colores et lumina cognatio; neque aspernor eos philosophantes qui de coloribus ita disputant ut colorum species statuant numero septem. Pictor satis persuaderi posset album et nigrum minime esse colores, sed colorum alteratores

E venendo all’altro. Un gran nome è Leonardo da Vinci; ma non minori delle lodi che gli si danno per le opere di pennello, son quelle che merita per la sua sapienza e pe’ celebri suoi trovati. Considerando la vasta ed acuta mente di lui, la discesa de’ corpi gravi combinata colla rotazione della terra, ne dedusse il movimento assai prima del Copernico. Avea poi compresa sì bene la legge dell’inerzia ne’ movimenti, che la sua idea è la medesima di quella d’oggidì per intendere possibilmente l’oscillazione de’ pianeti da un apside all’altra delle loro orbite. Esaminando lo stato antico della terra, dall’osservare i depositi conchiliacei che trovansi nei monti, ne ricavò che la maggior parte de’ continenti attuali fossero un giorno un fondo di mare. E si fa ad ispiegare il fenomeno in tal modo che dà a vedere ch’egli aveva un’idea bastantemente vasta intorno al meccanismo della gravitazione, e niun filosofo moderno ha saputo ancora dare una spiegazione più sod-

  1. Muratori, Scrip. Rer. Ital., vol. 26, pag. 695, ecc. e Tirab. vol. XIV, pag. 334 (Mil. Fontana 1829) che ha tradotto il brano che reco.
  2. Giovio Co. Gio. Battista, Discorso sulla Pittura nota H. — Corniani, Secoli, ecc, vol. 2, pag. 185.