Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/296

Da Wikisource.
278 capitolo xv.

CAPITOLO XV.

Ratto del fanciullo Mortara. - Gli ebrei a Roma.



Sommario: La famiglia Mortara Levi. — Un preteso battesimo con acqua di cucina. — Doppia versione. — Il fanatismo del nuovo arcivescovo di Bologna. — Il padre Feletti e monsignor Golfieri inquisitori. — Incredibili rigorismi. — Odio per gl’israeliti. — Il fanciullo è strappato violentemente ai suoi genitori. — Girolamo Mortara è ricevuto dal Papa. — Nulla ottiene. — Agitazione del mondo israelitico. — Le difese dei giornali clericali. — Precedenti storici. — Cavour trae profitto dall’incidente Mortara. — Una sua lettera. — Cessata l’occupazione pontificia, si inizia un processo. — È imprigionato il padre Feletti. — Il tribunale lo assolve. — Il caso Mortara sulla scena, a Torino, a Parigi, a Roma e a Napoli. — Il ragazzo diviene il padre Pio Edgardo. — Alcuni suoi versi alle sorelle. — Rivede la madre dopo venti anni. — La sentenza del tribunale di Bologna. — Il Ghetto di Roma. — Quel che era negli ultimi tempi. — I principali negozianti. — Il mercato del pesce. — Il jus gadzagà garantisce agli israeliti la tenuità delle pigioni. — Finiti i vecchi rigorismi, rimanevano i pregiudizi. — Inverosimili contraddizioni. — La baronessa Rothschild a Roma. — L’intolleranza religiosa è in parte convenzionale. — Necessità di abbracciare il cattolicismo per contrarre matrimoni.


La sera del 24 giugno del 1858, in Bologna, un fanciullo ebreo di sette anni fu strappato violentemente alla sua famiglia, fra le grida disperate dei genitori, il pianto dei fratelli e delle sorelle, e la commozione degli stessi birri. Quel fanciullo si chiamava Edgardo, ed era uno dei setti figliuoli di Girolamo Mortara Levi, fabbricante e mercante di attrezzi per tappezzeria, e di Marianna Padovani: famiglia dabbene e agiata, con casa e negozio in via delle Lame. Il Mortara padre, benvoluto da quanti lo conoscevano, godeva nel quartiere una simpatica popolarità, ed era notissimo col nomignolo di sor Momel. Quel fatto, che commosse tutto il mondo civile, e gittò nella costernazione una famiglia, costretta poi ad esulare da Bologna, e dallo Stato del Papa, fu conseguenza della leggerezza di una giovane domestica, che aveva nome Anna Morisi, famigliarmente chia-