Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/300

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282 capitolo xv.

scitava certamente simpatici ricordi, fu insensibile ad ogni sentimento di pietà.

Più fiera, tra gli altri giornali, fu La Civiltà Cattolica, la quale non dubitò, con cinica disinvoltura, di scrivere «che l’inaudito scalpore destatosi per un fatto non nuovo nel mondo, e che nei secoli credenti sarebbe passato senza destare, nonchè maraviglia, neppure attenzione, perchè era comune un po’ di fede, era frutto del naturalismo. ..». A questo coraggiosamente rispose il francese abate Delacouture, antico professore di teologia, con uno scritto che venne tradotto e pubblicato a Torino nel gennaio del 18591, e nel quale rievocò precedenti, che inconfutabilmente resistevano alla tesi del giornale dei gesuiti. Citò infatti, tra gli altri documenti, una sentenza del tribunale di Genova, che condannava al carcere, alla multa, alle indennità che di ragione, e alle spese del processo, Caterina Lavazero, imputata di avere il 18 agosto 1858, proprio due mesi dopo il ratto del Mortara, battezzato clandestinamente in Genova, e contro la volontà dei genitori, il bambino Leone Levi, figlio di Isacco. E ricordò ancora un liberale editto del duca Carlo Emanuele di Savoia al vescovo di Nizza, in data 7 giugno 1651, per la restituzione di un fanciullo ebreo ai suoi genitori, e che merita di essere riprodotto nel testo curioso in cui è scritto:


Illustre e molto Rev. Oratore nostro carissimo.

Intendiamo che si trova detenuto in mani vostre, un picciol figliolo hebreo d’anni otto circa, volendolo costringer a farsi battesare cosa la quale totalmente ripugna, et vista contrariante ai privilegij da noi e dai nostri serenissimi predecissori concissi à gli hebrei habitanti ne’ nostri Stati, che dispongono non potersi ciò fare a’ minori d’anni tredici come di già ciò v’è stato significato. Per lo che et per levare ogni ulterior doglienza, habbiam voluto dirvi con la pate di dar hordine che detto figliuolo hebreo sia subbito rilassato e rimisso in libertà et nelle mani dei suoi parenti, senza contradditione alcuna, con tener mano insieme che nell’avvenire non seguino più simili casi e tentativi in odio d’essi hebrei, contro la dispositione di detti loro privilegi), et dilla protettione cbe noi gl’habbiamo promessa, et vo-

  1. Roma e l’opinione pubblica d’Europa nel fatto Mortara. Atti, documenti, confutazioni, con l’aggiunta del diritto canonico e del diritto naturale, per l’abate Delacouture, antico professore in teologia. Torino, Stamperia dell’Unione, 1859.