Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/303

Da Wikisource.

ratto del fanciullo mortara -— gli ebrei a roma 285

nato ospizio. In oggi, dopo la caduta del regime clericale in queste provincie, ha dato luogo ad un reclamo dell’avolo paterno Samuel Levi Mortara di Reggio all’attual governo per ottenere la restituzione del rapito nipote, e così al 2 di gennaio p. p. ne avvenne l’arresto del dicontro inquisito padre domenicano Pier Gaetano Feletti, ed un processo a suo carico, e de’ suoi complici, nel quale il detto padre figura come reo di avere, nella veste di inquisitore del sant’Uffizio, ordinato il ratto del fanciullo, ed il tenente colonnello De Dominicis come quello che gli fu compagno a dar vita al progetto del rapimento ed a studiarne i mezzi di sicura riescita commettendone l’esecuzione al Lucidi ed all’Agostini.

Condottosi a termine l’incarto, ora se ne riferiscono le circostanze che gravano il padre Feletti, omettendo le altre concernenti il De Dominicis, come che al sicuro dalle forze della giustizia.

Tali circostanze sono

In genere


Il reclamo di Samuel Levi Mortara per la restituzione del rapito nipote, debitamente ratificato in giudizio.

Gli esami dei coniugi Mommolo e Marianna Mortara sulla patita violenta separazione dal figlio, e sulla sua reclusione nel Catecumenato di Roma onde esservi allevato in altra religione.

Il giurato deposto di ben nove testimoni, parte ebrei e parte cristiani, che furono spettatori del ratto del fanciullo, e ne dettagliano gli odiosi particolari, e cioè:

1° La effusione di dolore nella famiglia Mortara, avvenuta nella sera del 23 allo strano annunzio del battesimo del fanciullo, ed alla crudele ingiunzione di cederlo alla Chiesa cattolica. Poichè a tale annuncio la madre postasi in difesa del figlio giacente in letto e facendogli scudo col proprio seno, quasi furente gridava ai Gendarmi - che, prima di rapirglielo l’avrebbero uccisa, il padre disperato strappavasi per l’angoscia i capelli, ed i figli ginocchioni supplicavano pel fratello; spettacolo che trattenne i gendarmi dal discendere alla forza, e così lasciavano campo ad ottenere dalla Santa Inquisizione la tregua di ventiquattro ore.

2° Il crudele distacco dei genitori dal figlio, sul quale raccontano che nelle ore pomeridiane del 24, dopo l’inutile tentativo del padre fatto al Sant uffizio per sospendere ulteriormente la esecuzione, svanita ogni speranza, fu deciso di allontanare la madre, siccome avendo altra creatura lattante poteva dare in gravissimo sconcio trovandosi in luogo nel fatale momento, ma vi bisognarono da ben due ore a separarla dal figlio, e quasi a forza a metterla in una carrozza con la quale fu condotta in altra casa, e nel tragitto emetteva tali strida disperate da richiamare le persone alla finestra. Essa non ostante smarrì il latte, cadde gravemente ammalata, e con molto stento potè riaversi alquanto, senza però ricuperare mai la primitiva salute; essendo anche in oggi in istato pericoloso.

Rispetto al padre, notano che nella sera del 24, spirata la concessa dilazione, gli fu strappato dalle braccia il figlio Edgardo, e portato in carrozza.