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primi mesi del 1859 a roma — condizioni generali dello stato | 319 |
in Roma, e fra essi il principe di Galles, che giunse il 3 febbraio, sotto il nome di barone di Renfrew. Prese alloggio alle Isole Britanniche, già Meloni, in piazza del Popolo, sulla cantonata del Babuino, uno dei maggiori alberghi, che il nuovo proprietario, Odoardo Freytag, aveva tutto rinnovato. Questo albergatore, svizzero d’origine, era un curioso tipo, e parlava l’italiano mutando in e tutte le desinenze. Diceva: Pie None, Antonelle, pe Criste. Accompagnato da Odo Russell, dal colonnello Bruce, suo precettore, dalla signora Bruce, e dal capitano Grey, il principe fu ricevuto, il giorno sette di quel mese, dal Papa; e il giorno dopo salì sulla cupola. Nel discendere, trovò apparecchiata, nella sagrestia, una colazione, offertagli da monsignor Giraud, segretario della fabbrica. Giovanetto a diciott’anni, nei tre mesi di permanenza a Roma, frequentò poco la società, ma si divertì alle cacce e ai teatri, e singolarmente nei giorni di carnevale. Fece costruire un palco per sè, al cantone di via della Vite, e di là gettava fiori e regali eleganti. In occasione della recente venuta di re Edoardo in Roma, furono esumati vari ricordi di quel primo viaggio, e fra gli altri, che il severo Bruce non voleva permettergli di assistere alla festa dei moccoletti dalla loggia del palazzo Fiano, fino al punto che occorse provocare per telegrafo il consenso della regina Vittoria. Il principe fece tutte le escursioni delle vicinanze; frequentò il Tordinona in un palchetto messo a sua disposizione dal Torlonia; assistette alla prima rappresentazione del Ballo in maschera, e conobbe il Verdi. Visitò i monumenti, le gallerie e l’Università, e volle penetrare persino nel gabinetto anatomico. La signora Bruce, che lo seguiva, alla vista dei cadaveri si ritrasse atterrita, e andò a ricoverarsi in una scuola, dove fu ritrovata dopo non poche ricerche. Qualche anno dopo, questa signora, divenuta papalina ardente, venne a stabilirsi in Roma.
Nel tempo che il principe di Galles era in Roma, il re Vittorio Emanuele gli mandò il collare dell’Annunziata, incaricando Massimo d’Azeglio di presentarlo. Il D’Azeglio non era più tornato a Roma, dopo il 1848. Giunse la sera del primo marzo, accompagnato dal conte Luigi Balbo, capitano di cavalleria, e secondo figliuolo di Cesare Balbo, prendendo alloggio all’albergo d’Alemagna in via Condottti, tenuto allora da Franz Roesler.