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326 capitolo xvii.

cipe e la principessa di Meklemburgo, i principi Romanowski di Leucktemberg, giovanissimi. Niccola aveva sedici anni, e suo fratello Eugenio ne contava soli dodici. Due giorni dopo, il martedì 27, gli stessi principi e sovrani, con splendidi equipaggi, intervennero all’inaugurazione della mostra di fiori e bestiame a villa Borghese, promossa dalla società di orticoltura e agricoltura. Vi andò il Papa e il Corpo diplomatico, compreso il ministro di Toscana, e fu quella l’ultima parte ufficiale, rappresentata dal Bargagli, nel mondo diplomatico.

Alla metà di maggio, snidati dai preparativi della guerra e dal caldo, che già imperversava, i sovrani e i principi ereditari erano già tutti partiti da Roma. Il Re e la Regina di Prussia andarono a Napoli, sperando il Re di ricuperarvi la salute, che non era migliorata in Roma, ma, com’è noto, neppure dalla salubrità di quel clima egli trasse giovamento, e morì due anni dopo, a Berlino. Il principe di Galles partì il primo maggio, e sino all’ultimo giorno nulla tralasciò per divertirsi. Visitò la monumentale chiesa di San Clemente, tenuta dai domenicani irlandesi, e il collegio irlandese a Sant’Agata alla Suburra. Vi andò il giorno della festa di san Patrizio, patrono dell’isola Verde, ed ebbe da quei frati festosissime accoglienze. Fra le ultime sue visite son da ricordare quella alla basilica dei Santi Apostoli, dove fu ricevuto dal padre Guglielmo di Beavan, nativo del principato di Galles; e l’altra alla principessa Giustiniani Bandini, perchè il principe Sigismondo era pari inglese, col titolo di visconte Kynnard. In quella occasione il duca di Sermoneta disse del principe Bandini, ch’egli era inglese in Italia, italiano in Inghilterra e marchigiano dappertutto, perchè nato nelle Marche. Non fu senza dolore che il principe di Galles lasciò Roma. Quei tre mesi furono tra i più ricordevoli della sua vita. Tornò a Roma nel 1864 con suo cognato, il principe Federico di Prussia, ma vi restò breve tempo.


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Sarà bene riassumere quale fosse la condizione economica dello Stato del Papa in quel fatidico anno 1859, prima che la rivoluzione gli portasse via le quattro provincie, che ne forma-