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primi mesi del 1859 a roma — condizioni generali dello stato 335

«liberalismo», non allignava che nelle città e nelle classi civili e borghesi. La campagna non dava forza alle idee liberali, e anche nelle città di qua e di là dall’Appennino vi era troppa gente indifferente, la quale, per indole egoistica, non si occupava che degli affari propri, felice di servire qualunque padrone, nè volendo brighe di nessun genere.


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Facendo un confronto fra i bilanci municipali delle principali città dello Stato del 1859, con quelli di oggi, apparisce dappertutto la stessa differenza, notata nel bilancio della città di Roma. A Bologna, le entrate, risultanti dal consuntivo del 1859, ammontavano a scudi 296,972, pari a lire 1,508,726; le spese bilanciavano, con poca differenza in avanzo. Nel 1904 l’entrata è salita a lire 8,585,709; dunque, in 45 anni, il bilancio di Bologna è cresciuto sette volte, anzi per opere pubbliche e istruzione si spende circa il doppio di tutto il bilancio del 1859, cioè lire 2,434,318. E Perugia, che aveva nel 1860 un bilancio di 65,220 scudi, pari a lire 346,972, oggi ne ha uno di circa un milione e 350,000 lire; spende anch’essa, come Bologna, per la istruzione primaria una cifra assolutamente incomparabile con quella di allora. Nell’ultimo anno di governo pontificio spendeva per l’istruzione elementare 1436 lire, con sole tre scuole in città e 220 alunni. Oggi ne spende 152,248, ed ha 44 scuole in città, 49 in campagna, e 4414 alunni iscritti. Nei bilanci di città di second’ordine appariscono gli stessi risultati. A Pesaro, nell’esercizio 1859-60, l’attivo era di soli 36,000 scudi, pari a lire 191,520; e quello del 1905, ha superato il milione. Forli, da un bilancio di 46,583 scudi, è salito a lire 1,655,703; e Città di Castello, men popolata di Pesaro e di Forli, nè sede di provincia, e neppur di circondario, ha aumentato il proprio bilancio, da lire 92,658, a 251,000. Nelle città di minore importanza l’aumento si verifica in proporzioni minori, ma non meno del doppio in nessuna. I bisogni morali e le condizioni economiche di allora sì rispecchiano in quei bilanci, ma sarebbe audace asserire, che come sono cresciuti i bisogni nei nuovi tempi, sia cresciuta la ricchezza pubblica. È invece da notare che tutti i