Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/300

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236 la sesta crociata.

corpo di voi, di madama la Reina vostra sposa e de’ vostri tre figliuoli che avete qui, e pertanto non vi consiglieremmo giammai che vi metteste in tale risico ed avventura. Or vi dirò io, soggiunse il Re, il mio consiglio ed avviso. Se io discendo di questa nave, egli ci ha qui dentro cinque o seicento persone, le quali dimoreranno nell’isola di Cipri per la paura del periglio della nave ove sono i loro corpi; chè non ci ha alcuno che non ami aitanto suo corpo com’io fo il mio; e, se una fiata vi discendono, giammai non avranno speranze di ritornare in loro paese non bastando a pagarne il nàvolo; pertanto vi dico ch’io amo meglio mettere me, la Reina e’ figliuoli nelle mani e nella santa guardia di Dio, che di apportare un tanto dannaggio a sì gran popolo come egli ha qui dentro.

Ed il gran male e dannaggio che ’l Re arebbe fatto s’elli fusse disceso bene ci apparve in Messer Oliviero di Termes il possente Cavaliero, il quale era in quella nave dov’era il Re; il quale Messer Oliviero era l’uno de’ più valenti e de’ più arditi uomini ch’unqua io conoscessi in Terra Santa. Tuttavolta non osò egli dimorare, e si discese nell’Isola: ed allora avvenne che, sebbene fusse un grande e notabile personaggio e molto ricco d’avere, egli vi trovò tanto d’impedimenti e di disturbanze, ch’e’ fu più di un anno e mezzo avanti che potesse rivenire di verso il Re. Ora intendete dunque che mai arebbono potuto fare tanti piccoli personaggi, i quali non aveano di che pagare nè finire ai tributi, visto che sì gran ricco uomo ci avea dovuto interporre sì lungo soprastamento.