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lui per avere il suo avviso, ed egli, mi rispose con entusiasmo di aver trovato bello, patriottico e grandioso il mio progetto; ma che, a motivo delle momentanee complicazioni politiche, era prudente rimandare ogni cosa a tempi migliori.

Gli altri Signori del comitato, da me opportunamente interrogati, mi dettero su per giù la medesima risposta del loro Presidente. Da loro però seppi che l’onor. Petriccione non cessava di fare incessanti premure al Ministro Mancini, affine d’interessare il nostro Governo a favore della Società dal Petriccione stesso propugnata e presieduta.

Ma vedendo che per allora nulla poteva conchiudere in Napoli, e che era necessario attendere gli eventi, lasciai Napoli e l’Italia e ritornai in Egitto, dove mi trattenni dal Novembre 1882 al Settembre 1886. In questo tratto di tempo più volte venni invitato dai miei amici, di ritornare in Italia, per riprendere le interrotte trattative; e ciò accadeva quando a noi, che seguivamo attentissimamente tutti i movimenti della nostra politica estera, pervenivano delle notizie che accennavano ad una politica coloniale più energica, più risoluta. Ma le mie finanze, fortemente scosse dalla rivoluzione del 1882, non mi permisero di ritornare subito in Italia; e le insistenze degli amici servirono solo a farmi dare ad un lavoro continuo, ac-