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colonizzazione nell’Africa e principalmente nello Sciotel. Questo stato per me anormale, di febrile orgasmo mi teneva sì perplesso ed irresoluto che mi ha fatto trascurare i miei più vitali interessi, e perdere delle imprese, nei lavori d’irrigazione, forse da due a trecentomila franchi. Lavori che hanno la durata da otto a nove mesi, e condotti bene danno dal venti al venticinque per cento di utile.

Leggeva intanto con massimo contento tutte le notizie che i giornali portavano intorno a lei ed alla sua gentile Signora, ed ai ragguagli che davano su l’Abissinia, e sul bisogno che c’è d’agire con risolutezza, e dare una severa lezione agli abissini, come disse la sua Signora al corrispondente del Secolo XIX, occupando anche il punto più vicino allo Sciotel, cioè Keren.

Oltre questo interessante colloquio, che la sua Signora ebbe col predetto corrispondente, lessi anche con piacere grandissimo, che ella chiese ed ebbe l’onore di ottenere subito un’udienza dalla nostra Augusta Sovrana: la quale mostrò di aggradire molto la visita rivolgendole domande intorno all’Abissinia ed agli usi abissini.

Mi hanno arrecato molto piacere le affettuose premure, dimostratele da S. E. il Cardinale Massaia, durante la malattia della consorte di lei. L’Eminente Prelato non può, anche qui in Italia, non dare pruove dei suoi