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giorno era partito per Aci Reale a motivo di salute.

La sera precedente il giorno della mia partenza stando al Caffè ho stretto la mano allo amico Messedaglia Bey ed alla sua garbatissima Signora.

Egli assicuravami che si sarebbe imbarcato per la volta d’Italia col prossimo piroscafo Florio-Rubattino; e giorni or sono infatto i giornali annunziavano il suo arrivo in questa città. Ora si sa che, non appena quì giunto, è partito di urgenza per Roma; voglia il Cielo che il nostro Governo lo prenda al suo servizio, per la prossima guerra in Abissinia.

Egli è uomo che, per la sua sperimentata energia e per la somma e minuta conoscenza di quei luoghi potrebbe rendere segnalati servigi alla nostra Italia.

Caro Naretti! le notizie tutte che mi pervenivano in Egitto, e la commozione grandissima da cui fu presa tutta l’Italia dopo il doloroso e glorioso combattimento di Dogali, mi tenevano in una agitazione febrile, facendomi sperare che il Governo e gli Italiani avrebbero finalmente pensato seriamente all’Africa.

E pare che non mi sia ingannato, poichè il Governo, incalzato dalla pubblica opinione, sta operando davvero, benchè forse un pò lentamente.

Mutata adunque la inerte politica coloniale