Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/185

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glino debbono modificare i loro piani, mutare via, fare, disfare, e rifare da capo ad ogni piè sospinto, avvolgendosi sempre in un intricatissimo laberinto.

La loro idea intanto può essere buona, utile, pratica; ed un altro più attento, più studioso se l’appropria, e, dopo maturo esame, la mette in esecuzione con felice risultato. Ed il primo progettante, sopraffatto dal nuovo è costretto cedere il posto per volare ad altri progetti; ovvero stendere la mano al suo antagonista, chiedendogli aiuto e protezione, affine di essere liberato dal laberinto in cui si aggira.

Altri progettanti poi vedono sempre, e tutto, color di rosa; per loro non esistono difficoltà, non esistono ostacoli, tutto è piano, tutto è facile.

È inutile che m’intrattenga a dimostrare quanto ciò sia pernicioso; poichè non vi può essere persona, la quale non sappia, come non c’è opera, per quanto piccola e modesta, che non abbia le sue difficoltà. Perciò avviene che, coloro i quali s’immaginavano di andare in Paradiso per ferrovia, al minimo ostacolo che incontrano si perdono di animo e ritornano al domestico focolare.

Ecco per esempio un irrequieto viaggiatore; egli ha letto in un certo libro che, in una certa latitudine dell’Africa, c’è una valletta dove certamente ha dovuto succedere