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in un’opera intitolata: Ueber die sitten und das Recht des Bogos: Esso non manca di certe analogie con l’antico diritto romano, nato forse in una società che trovavasi in condizioni poco diverse da quelle degli odierni Bogos e che aveva gli stessi bisogni.

I membri della comunità son divisi in patrizî (shumaglié) e plebei (tigré), formando i primi soltanto una terza parte della popolazione totale. Ogni plebeo è obbligato ad affidare la difesa dei propri interessi ad un patrizio, che in molte circostanze si costituisce suo protettore e mallevadore, ed in compenso percepisce dal proprio cliente cospicui tributi. I plebei godono dritto di asilo nella casa del shumaglié.

Sussiste anche fra essi la condizione di schiavo, la quale è però meno dura che in ogni altro paese, in grazia di certe disposizioni protettrici. Un Bogos può essere schiavo per nascita, per vendita, perchè si trova nella impossibilità di pagare i suoi debiti, od anche per sua spontanea volontà. Comunque sia, lo schiavo gode facoltà di scegliersi un padrone; di più si può anche riscattare, col pagamento del valore di 10 vacche, che corrisponde presso a poco a 160 franchi. Il padrone, considerato dalla legge come padre dello schiavo e suo mallevadore, è responsabile dei delitti che questi può commettere, e, se fosse ucciso, egli ha diritto di vendicarne la morte.