Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/231

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mano mutando, e, nella quistione coloniale, si sta avverando il medesimo fenomeno che accompagnò i nostri rivolgimenti politici del 1860.

Prima del 1860 pochi credevano nel regime libero, pochissimi nell’unità d’Italia, ma, fatta l’Italia una e libera, tutti divennero liberali di antica data, tutti fecero modestamente comprendere che aveano fatto qualche cosa per l’unità nazionale. Nè mancarono gli audaci che, pur avendola occultamente o palesemente osteggiata, si dichiararono sfacciatamente pars magna.

Però, qualunque siano le metamorfosi coloniali che ci si presenteranno alla vista, son soddisfattissimo che le mie idee trovano riscontro in quelle della maggior parte degli uomini competenti d’Italia; e non da oggi soltanto. Giorni fa ebbi per la prima volta fra le mani l’aureo volume del Sapeto (uomo che in siffatta faccenda certo può parlare alto) e vidi come egli sin dal 1847 avea additato all’Italia la vera via della grandezza politica e della prosperità economica; vidi come egli sin d’allora abbozzava quel medesimo programma che io, plagiario innocente, da oltre dieci anni mi sforzo d’espletare.

Sentite come scrisse del paese dei Bogos.

«Nessun paese si presterebbe meglio ad una colonia, la quale, e per la feracità del terreno e opportunità della posizione, in pochi anni diventerebbe dominante dei pae-